giovedì 9 giugno 2016

Segnalazione Deagostini

Ciao a tutti miei cari Readers!
Questa mattina vi voglio segnalare un libro della DeAgostini !
Il libro in questione è questo:



Volare significa essere sradicati da terra, non avere più alcun controllo ed essere completamente nelle mani di altri.
Per qualcuno questa può essere una situazione tutt’altro che abitudinaria, una condizione vissuta con disagio, se non addirittura con ansia. Ma la paura di volare può essere vinta; è sufficiente che la nostra sfera razionale dialoghi con la sfera emotiva del cervello: solo così possiamo gestire e regolare l’emozione.
In questo libro Alberto Pellai, psicologo e noto divulgatore scientifico, e Giuseppe Lapenta, comandante di linea e psicologo, vi condurranno per mano in un viaggio alla scoperta della natura della vostra ansia e dei “segreti” della cabina di pilotaggio, per capire cosa succede realmente – anche nella vostra testa – durante rullaggio, decollo, turbolenze e atterraggi.

L’opera è arricchita da test e strumenti di rilassamento e autovalutazione, e da curiose rubriche che raccontano le emozioni di chi sale a bordo di un velivolo.
Un manuale agile e irrinunciabile per tutti coloro che usano l’aereo ma faticano a superare l’ansia del volo, per affrontare il viaggio con maggior serenità e consapevolezza.

Alberto Pellai è medico, psicoterapeuta a indirizzo cognitivo-comportamentale e Practitioner Emdr (un metodo studiato per il trattamento dei ricordi traumatici). È ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Bio-Mediche dell’Università degli Studi di Milano. Si occupa di prevenzione in età evolutiva e lavora con docenti, genitori, operatori socio-sanitari. È un noto divulgatore scientifico, con all’attivo numerose pubblicazioni e collaborazioni con molti media nazionali.

Giuseppe Lapenta è pilota comandante di linea, laureato in Psicologia con specializzazione nel settore aeronautico. Ha alle spalle oltre 15000 ore di volo con varie compagnie aeree nazionali ed estere. Da comandante ha ricoperto vari ruoli, da istruttore a esaminatore. Collabora come giornalista aeronautico con varie riviste ed è coautore del libro Custodi dei cieli.

mercoledì 8 giugno 2016

Recensione "Stardust" di Neil Gaiman

Ciao a tutti miei cari Readers!
Dopo tanto tempo che non ero attivo sulla blogosfera sono tornato più carico che mai!
Per motivi di impegni lavorativi i post non avranno dei giorni prestabiliti, ma solo quando avrò tempo scriverò qui sul mio blog.
Adesso dopo questa piccola premessa ci lascio alla recensione di questo libro!

Trama

In una fredda sera di ottobre una stella cadente attraversa il cielo e il giovane Tristan, per conquistare la bellissima Victoria, promette di andarla a prendere. Dovrà così oltrepassare il varco proibito nel muro di pietra a est del villaggio e avventurarsi nel bosco dove ogni nove anni si raccoglie un incredibile mercato di oggetti magici. È solo in quell'occasione che agli umani è concesso inoltrarsi nel mondo di Faerie. Tristan non sa di essere stato concepito proprio lì da una bellissima fata dagli occhi viola e da un giovane umano e non sa neppure che i malvagi figli del Signore degli Alti Dirupi sono anche loro a caccia della stella...

Recensione

Chi credeva che la capacità di raccontare splendide fiabe fosse morta con l'Ottocento, si dovrà ricredere leggendo questo libro.
Un ragazzo parte alla ricerca di una stella caduta, credendo di poter così conquistare la bella del villaggio, di cui è perdutamente innamorato. Da qui in poi entreremo in un mondo magico, creato da uno scrittore che decisamente sa come muoversi nei reami della fantasia.
Una storia dolcissima e divertente, che può piacere a persone di tutte le età.
Stiano lontano da questo libro le persone aride, concrete e vecchie dentro!
La cosa più bella di questo libro è che bisogna fantasticare con la fantasia per poterlo vivere a pieno!

Voto

* * * * 4/5

Bene miei cari Readers il post finisce qui!
Alla prossima ciaooo:)

venerdì 22 aprile 2016

Anteprime Newton Compton Editori

Ciao Readers!
Come avete già capito dal titolo in questo post vi porto le anteprime della casa editrice "Newton Compton".
Negli ultimi giorni sto postando molto su questa casa editrice e il perché è che sto collaborando per vari progetti proprio con quest'ultima.
Siamo a metà mese e quindi eccomi qui per presentare la seconda carrellata di uscite di questo Aprile!
Se vi siete persi le altre uscite le trovate nel blog, per il resto vediamo un po cosa pubblicherà la nostra casa editrice di interessante:
Bene Readers c'è qualche libro che vi suscita interesse?
Fatemelo sapere nei commenti.
Ciaooo Readers! :)


giovedì 21 aprile 2016

Newton Compton Editori: Ebook in uscita in questa settimana!


Ciao a tutti Readers!
In questo post vi segnalo le ultime uscite della Newton Compton, cui colgo l'occasione per ringraziarli per le varie email che mi mandanoper poter segnalare tutti i loro libri.

Fra tutti questi libri mi attraggono molto sia Forever di Amy Engel e anche il libro di Jessica Sorensen "Con te sarà uno sbaglio".
E a voi Readers c'è qualche libro che vi suscita interesse ?

mercoledì 20 aprile 2016

Segnalazione Newton Compton Editori





«Una trama incredibile che trae in inganno il lettore proprio quando pensa di averla compresa.»
The Guardian

Un grande thriller

Tessa Cartwright, sedici anni, viene ritrovata in un campo del Texas, sepolta da un mucchio di ossa, priva di memoria. La ragazza è sopravvissuta per miracolo a uno spietato serial killer che ha ucciso tutte le altre sue giovani vittime per poi lasciarle in una fossa comune su cui crescono delle margherite gialle. Grazie alla testimonianza di Tessa, però, il presunto colpevole finisce nel braccio della morte. A quasi vent’anni di distanza da quella terrificante esperienza, Tessa è diventata un’artista e una mamma single. Una fredda mattina di febbraio nota nel suo giardino, proprio davanti alla finestra della camera da letto, una margherita gialla, che sembra piantata di recente. Sconvolta da ciò che evoca quel fiore, Tessa si chiede come sia possibile che il suo torturatore, ancora in carcere in attesa di essere giustiziato, possa averle lasciato un indizio così esplicito. E se avesse fatto condannare un innocente? L’unico modo per scoprirlo è scavare nei suoi dolorosi ricordi e arrivare finalmente a mettere a fuoco le uniche immagini, nascoste per tanti anni nelle pieghe della memoria, che potranno riportare a galla la verità…

Un thriller magistrale
Tradotto in 12 lingue
Uno dei romanzi più venduti dell’anno negli Stati Uniti

Da questo libro presto un grande film

«Un thriller magistrale, brillantemente concepito e scritto. Il lavoro della Heaberlin è eccezionale e ricorda L’amore bugiardo della Flynn. 
Da non perdere.»
The Washington Post

«Un thriller spettacolare, avvalorato dalla qualità della scrittura e da una tensione mozzafiato.»
The Times

«Una trama incredibile che trae in inganno il lettore proprio quando pensa di averla compresa.»
The Guardian




martedì 19 aprile 2016

Recensione "Ciò che inferno non è" di Alessandro D'Avenia

Ciao a tutti, carissimi Readers!
Come state? Cosa mi raccontate di bello?
Io sabatp ho finalmente finito di leggere "Ciò che inferno non è" di Alessandro D'Avenia edito da Mondadori.

Dico finalmente non perchè non mi sia piaciuto - anzi - solo che il poco tempo dei giorni scorsi e la voglia di leggere, leggere, leggere non riuscivano a trovare un compromesso!
Questa è la terza opera di Alessandro D'Avenia che dopo Bianca come il latte, rossa come il sangue e Cose che nessuno sa si è cimentato in un'impresa delicata, riuscendo a tirar fuori il meglio di se.
Un libro da cui speravo di ricevere molto e che mi ha lasciato anche più di quello che immaginavo.

Trama

Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra "3P", il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa... Con l'emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D'Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.
  
Recensione

Quando comincio a leggere un libro che ha come base una storia vera, o che comunque attinge molto dalla realtà, il mio cuore parte sempre corazzato, perchè so già che soffrirò.
E quando so che sto per iniziare un libro scritto da una persona che ritengo un poeta con le parole, allora oltre che alla corazza mi armo di elmetto.
Questo romanzo è riuscito ad oltrepassare la corazza ed arrivare dritto al cuore.
Come una lama affilata lo ha trafitto da parte a parte, senza via di scampo.
Forse perchè si parla della Sicilia una terra davvero fantastica che io amo o forse perchè si parla di sofferenza, di rassegnazione, ma anche di lotta interiore e di amore.
D'Avenia mi aveva convinta già con i suoi romanzi precedenti ma con questo si è superato!
Un libro adulto, dove l'evoluzione dello scrittore è tangibile e oggettivamente perfetta.
Mentre ci accompagna per mano nella sua Palermo, l'autore ci fa capire quanto non sia necessario muoversi per continenti per trovare la sofferenza vera, quella dettata dal non avere un'alternativa; a volte basta girare l'angolo e trovare un quartiere come Brancaccio, dove la legge dello Stato non conta ma dove vige, invece, la legge del più forte.
Di quello che sbrana per non essere sbranato.
Di chi, nonostante la situazione, non cede alla rassegnazione e di chi a volte cede per salvarsi la vita.
Facile dall'esterno dare un giudizio, ma solo oltrepassando il passaggio a livello che divide la Palermo bene dalla povertà di Brancaccio si può provare a capire quale sia il motivo per cui bambini ancora piccolissimi diventano schiavi di Cosa Nostra, quale sia il motivo che porta una ragazza madre a prostituirsi ed anche quale sia il motivo per cui un'altra ragazza cerca invece di essere diversa, nonostante tutto ciò che la circonda sembra volere il contrario.
Questo libro ci sbatte in faccia quello che nessuno vorrebbe neanche avvicinare per sbaglio. Questo libro ci catapulta senza preavviso dentro l'inferno, quello vero, non fatto di fiamme e forconi ma fatto di intimidazioni, pistole, vicoli bui dove guardarsi alle spalle è l'unica possibilità di sopravvivenza.
Questo libro ci fa riflettere, come pochi altri libri sanno fare.
Perchè - per quelli che si fanno chiamare Madre Natura, il Cacciatore, O' Turco - Brancaccio è come un alveare e Cosa Nostra è l'ape regina; gli abitanti del quartiere sono tutti api operaie che DEVONO dare il loro contributo a fare grande la regina pena la vita.
Pochi hanno il coraggio di provare a fare qualcosa di diverso; la maggior parte non ha possibilità di trasferirsi in un altro "alveare" quindi resta, sperando di rendersi invisibile per evitare ripercussioni.
Quei pochi che cercano di ribellarsi devono guardarsi le spalle o, peggio, sperare che non accada niente ai propri familiari.
E' in questo contesto che si ritrova Federico, figlio della Palermo bene ed amante delle parole.
Un ragazzo come tanti - ad esclusione di quelli di Brancaccio - che va a scuola, va al mare, fa vacanze studio all'estero, andrà all'università e cercherà il suo posto nella vita.
E con lui noi, nascosti nelle sue tasche, assistiamo al suo avvicinamento al quartiere, alla sua prima bicicletta rubata, al suo primo cazzotto ricevuto, alla sua prima e vera consapevolezza di non fare abbastanza.
E poi assistiamo al suo incontro con Lucia, con Totò, con Francesco, assistiamo al suo impegno per fare qualcosa di concreto insieme a Padre Pino Puglisi.
Quello che fa male di questo romanzo è che non ci permette di girarci dall'altra parte.
Ci racconta di cose che tutti conoscono - l'assassinio del giudice Borsellino il 19 luglio del 1992; l'impegno di Padre Puglisi ma anche la sua morte per mano di Cosa Nostra il 15 settembre del 1993, giorno del suo 56° compleanno, ed oggi Beato; il pagamento del pizzo per poter portare avanti un'attività - ma soprattutto ci racconta di quello che solo immaginiamo perchè lontano dalla nostra vita "normale" - una bambina rimasta senza padre, quel padre che aveva provato a ribellarsi non pagando il pizzo; un bambino che il padre non lo ha mai conosciuto; una ragazza con in grembo un figlio che non vuole perchè frutto di una violenza sessuale - e ci fa piangere, come bambini, davanti a tutta questa sofferenza.
Padre Pino Puglisi, pur davanti a tutta questa violenza, cerca di togliere i bambini dalla strada; insieme all'associazione Intercondominiale del quartiere - padri e madri che lottano una guerra che potrebbe  sembrare persa in partenza - cerca di trovare un futuro diverso per quelli che considera suoi figli.
Il rischio è alto e il prezzo da pagare lo è ancora di più ma questo non lo fa desistere anzi, è l'unica cosa che riesce a dargli la forza di andare avanti.
Non sa che a volte anche i bambini possono essere già così adulti da fare il doppio gioco, ma sa che ogni sua mossa è osservata e che il suo tempo non è illimitato.
Purtroppo quello che ci racconta D'Avenia non è finzione, ed il mio cuore è lacerato perchè ogni singolo avvenimento descritto in questo libro è all'ordine del giorno e può fare solo male.
E' cronaca di ieri un maxi bliz al quartiere Brancaccio e sarà sicuramente cronaca anche dei giorni, mesi, anni che verranno.
E allora, viene da dire, a cosa serve provare a cambiare le cose? Serve a dare delle possibiltà a qualcuno che probabilmente non ne avrebbe, e se anche uno solo di quei Totò, Francesco, Lucia, Maria, Dario potesse avare una vita diversa allora ne sarebbe valsa la pena!
Una grande opera ed una grande capacità di raccontarla, scritto in prima persona da un adolescente ma non con uno stile adolescenziale.

Un libro di cui ho sottilineato moltissimi passaggi perchè vanno dritti al cuore! Ne condivido con voi alcune parti, spero vi possano emozionare come hanno fatto con me.

"Io non vado mai in giro senza un libro e la mia stanza è una biblioteca senza criterio. Se devo spendere dei soldi, lo faccio per un libro nuovo, anche se non lo leggerò mai. C'è una gioia nel possesso dei volumi che io chiamo 'libridine', un eros solleticato dalla presenza del tomo e della sua facile raggiungibilità coniugata a una distanza, proprio perché non lo si è ancora letto."

"Ma ci sono pensieri che non pensiamo, sono loro che pensano noi, come le parole delle canzoni che tornano in mente senza averle evocate. Sono i pensieri che temo di più, navi che attaccano in porto senza preavviso, e chissà cosa portano e da dove."

"Così sono tutti i bambini di Brancaccio: vengono iniziati all'inferno organizzando duelli alla morte tra cani randagi, seviziando gatti da gettare in pasto a quegli stessi cani da guerra o da impiccare. Poi ci sono lo spaccio, i furti, le botte, la prostituzione... La luce si oscura e viene sostituita dalla rabbia di chi distrugge e non sa neanche il perché, di chi impara a dominare prima di amare, di chi non sa che amare aggiunge qualche cosa alla vita e invece odiare lo toglie, ma odiare è più facile e immediato. È una sorta di anestesia che non fa sentire la vita e la luce."

Vi lascio con la consapevolezza che un libro del genere andrebbe letto, riletto e raccontato.
Vi lascio consigliandolo a tutti voi anche se fa male.
Vi lascio sperando che possa venire letto nelle scuole.
Vi lascio con le lacrime agli occhi perchè è questo che mi provoca ricordarlo.

Voto

* * * * * 5/5

lunedì 18 aprile 2016

Coffe Break #6 "Harry Potter e quei dubbi mai chiariti"


Buon lunedì miei cari Readers.
Oggi ho voluto portare sul blog una nuova puntata del "Coffe Break"!
In questa puntata vi voglio parlare di Harry Potter e quei dubbi che non sono mai stati chiariti.
Quindi vi lascio al post!

Inventarsi una storia, si sa, non è cosa facile. Inventarsi una scuola di maghi, una storia del Quidditch, un'ampia varietà di bacchette e degli incantesimi dai nomi strani è roba da JK Rowling. I suoi libri sono un oggetto di culto e i suoi lettori non sono semplici lettori, ma seguaci fedelissimi. Potteriani convinti, nel bene o nel male, che sanno snocciolare a menadito gli ingredienti per fare una burrobirra degna di questo nome e sono stati fra i primi a prenotare The casual vacancy su Amazon.
Ebbene, quei simpaticoni dell'Atlantic si sono divertiti a stuzzicare tutti i fan di Harry Potter stilando una classifica dei dieci misteri irrisolti della saga. Ci si interroga, ad esempio, su come il Natale, una festività cristiana, possa essere festeggiato con disinvoltura dai maghi, in una difficoltosa coesistenza della magia con il concetto di Dio o di miracolo, oppure sulla fisionomia totalmente eurocentrica del Torneo Tremaghi, in cui non si trovano rappresentanze di paesi asiatici, africani o americani. Non mancano poi misteri anche più pratici. Non potrebbe, Harry, rinunciare all'uso degli occhiali grazie a un banale incantesimo che gli curi la vista? I bambini, prima di compiere i fatidici undici anni ed entrare a Hogwarts, che vita fanno? Vanno a scuola come tutti i normali Babbani? E i genitori Babbani come fanno a essere così tranquilli nel mandare i figli undicenni in una scuola "per maghi"?
Le perplessità non mancano anche in merito ad argomenti più strettamente tecnici. Si dice che il padre di Hagrid fosse un mago normale, mentre la madre una gigantessa di almeno venti metri. Possibile alla Rowling non sia venuto alcuno scrupolo nell'immaginare la dinamica del loro accoppiamento? Più si scava, più i dubbi crescono, arrivando a far sospettare addirittura una presunta asessualità di Lord Voldemort. Che siano incongruenze o banali inesattezze, scovarle è indubbiamente divertente, anche solo per intavolare accese discussioni con i potteriani, pronti a dire la loro per difendere la saga dalle provocazioni. Dopotutto una svista capita a tutti, anche all'infallibile JK, il cui successo di certo non verrà intaccato da qualche Babbana distrazione.

Bene Readers!
Spero che questa puntata vi sia piaciuta e scrivetemi nei commenti cosa ne pensate sull'argomento.
Ciaooo Readers! :)